LE FONTI Awards 2024

Il Centro Medico Ippocrate, situato a Parma e operativo dal 2008 sotto la guida del Direttore Sanitario il professor Paolo Casoni, rappresenta un’eccellenza italiana nel trattamento delle malattie venose croniche.

Questa struttura sanitaria si distingue come uno dei pochi centri nel Paese interamente dedicati alla gestione e cura delle patologie venose, offrendo un percorso completo che va dalla diagnosi all’individuaizone dei diversi percorsi terapeutici. «Il centro nasce per riunire in un’unica struttura tutto il necessario per il trattamento delle malattie venose – spiega il dottor Emanuele Nanni, angiologo – dagli aspetti più superficiali fino alla malattia vera e propria, nel nostro centro è possibile seguire tutto il percorso che va dalla diagnosi fino al trattamento».

I TRATTAMENTI

Il percorso di cura presso il Centro Medico Ippocrate inizia con una prima visita approfondita che include una serie di esami strumentali e no, volti ad inquadrare il problema. «Questa fase diagnostica è cruciale poiché le problematiche venose possono variare non solo da paziente a paziente, ma anche da una sezione dell’arto all’altra. Durante la visita iniziale, viene eseguito uno studio con ecocolordoppler venoso emodinamico per analizzare i flussi venosi, essenziale per una corretta valutazione della malattia venosa». Oltre all’ecocolordoppler, si utilizzano esami come la fotopletismografia, un test dinamico che misura la velocità di riempimento dei capillari. Questo esame è indicativo della presenza di reflusso venoso e insufficienza del microcircolo. A seconda delle necessità del paziente, possono essere eseguiti ulteriori esami di secondo livello, come il doppler transcranico e lo studio genetico della trombofilia, per una comprensione più dettagliata delle condizioni che possono influenzare la prognosi e la terapia.

L’elemento distintivo della filosofia del Centro Medico Ippocrate è l’enfasi posta sullo stile di vita del paziente. La malattia venosa cronica è spesso collegata a fattori genetici, con una familiarità presente in circa il 60% dei casi. Tuttavia, come spiega il dottor Nanni, è lo stile di vita a giocare un ruolo significativo: «l’alimentazione e l’attività fisica sono aspetti cruciali che possono influenzare il decorso della malattia venosa. Qui ci teniamo a promuovere una visione della medicina moderna che vede nei farmaci e nelle terapie avanzate un’opzione alla quale ricorrere in ultima istanza, mentre la vera prevenzione e cura derivano da uno stile di vita sano e attento». La malattia venosa cronica si manifesta inizialmente con sintomi come pesantezza e gonfiore delle gambe, che possono presentarsi già nei giovani adulti. Se non trattata, può progredire verso stadi più avanzati, causando insufficienza venosa cronica e sofferenza dell’arto con discromie cutanee.

Tuttavia, grazie alle numerose opzioni terapeutiche disponibili presso il Centro Medico Ippocrate, è possibile intervenire efficacemente anche nelle manifestazioni più acute, interrompendo il percorso degenerativo della malattia.

La filosofia del centro privilegia un approccio conservativo, volto a preservare il patrimonio venoso del paziente e a ridurre al minimo le terapie invasive.

Questa strategia è particolarmente importante in una malattia cronica come quella venosa, dove il focus è sulla gestione a lungo termine e sulla qualità della vita del paziente.

RICONOSCIMENTI

L’eccellenza del Centro Medico Ippocrate è stata riconosciuta a livello nazionale. Il centro è stato insignito del premio “Professionista dell’anno per la Chirurgia Vascolare-Flebologia” ai LE FONTI Awards 2024, confermando la sua posizione di rilievo nel panorama medico italiano. Il Professor Paolo Casoni ha ricevuto il premio durante la cerimonia tenutasi a Milano. Questo riconoscimento, nella categoria Innovazione e Leadership, è stato assegnato per il suo eccezionale impegno nella chirurgia vascolare e flebologia, per la sua dedizione nell’affrontare sfide complesse e per i suoi straordinari risultati a beneficio della comunità medica e dei pazienti.

da “La Repubblica” del 14/6/2024